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L'utopia corporea. Italo Calvino e il mondo alla rovescia

Abstract

Lo scopo di questo articolo è delineare il percorso conoscitivo e artistico che ha portato Italo Calvino a riconoscere nel filosofo del carnevale e del basso materiale corporeo Michail Bachtin una guida per l'interpretazione dell'alterità. Concetto latente in ogni opera dell'autore, l'alterità rappresenta il “lato oscuro” dell'immaginario calviniano e si pone spesso in contrasto con il razionalismo geometrizzante celebrato da critici e lettori. Nell'articolo, dunque, verranno analizzati tre momenti di interazione tra raziocinio e alterità sotto l'auspicio di Bachtin e del suo mondo alla rovescia: La giornata d'uno scrutatore, dove l'alter ego dell'autore visita “l'ultima città dell'imperfezione”, l'istituto per disabili Cottolengo; l'opera incompleta La decapitazione dei capi, in cui Calvino cerca di conciliare razionalismo e alterità attraverso una feroce dittatura carnevalesca; infine Palomar, opera che, alla disillusione e all'impossibilità di conoscere il mondo, aggiunge un'eco malinconica dell'utopia carnevalesca e delle sue promesse.

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