La sfida: trasformare un meraviglioso capolavoro della letteratura, il “Pinocchio” di Collodi, in un lavoro teatrale musicale per bambini (e adulti), impiegando solo un narratore/attore e un clarinettista. Le difficoltà nel lavorare su un personaggio diventato figura universale la cui storia, densa di simboli, è sia favola per ragazzi che allegoria della società moderna e delle sue contraddizioni. Il lavoro su un testo intenso che esplora tutta la gamma delle emozioni umane. Il delicato filtraggio per arrivare ad un lavoro teatrale di circa 60 minuti che evidenziasse i significati più profondi di un faticoso “cammino verso la crescita”. La scelta di “anticipare” il finale ad un momento speciale, concludendo sulle parole poetiche e amorevoli che un figlio, Pinocchio diventato ragazzo, rivolge a suo padre: “ Appoggiatevi a me, caro babbino, e andiamo, andiamo... Cammineremo pian pianino, e quando saremo stanchi ci riposeremo...”. E insieme (ancor più difficile!): scrivere una musica che sapesse “creare” la scena ed essere Teatro, che fosse tutt’uno con il testo ed esprimesse ciò che le parole non possono. Musica affidata ad un clarinetto, strumento qui adatto a creare un mondo di suoni ed emozioni fortissime, con la complicità di quella simpatica “follia” che molti clarinettisti hanno. Come tutto questo è stato da me affrontato per giungere all'opera teatrale Pinocchio, ossia C’era una volta un pezzo di legno.