Nel presente articolo si analizza la leggenda di Attila nel Medioevo narrata nell’Estoire d’Atile en prose, un testo duecentesco in franco-veneto, dando particolare rilievo alle sue origini zooerastiche e alle conseguenze della sua duplice natura, e proponendo possibili soluzioni alla nascita di un racconto diffuso in tutta la penisola italiana tra il XIII e il XVI secolo. Il rapporto tra uomo e animale, qui usato per denigrare e de-umanizzare il nemico, acquista un significato spregiativo per cui un atto bestiale produce un essere bestiale dominato da violenza e rabbia, un ibrido che non segue gli impulsi e le inclinazioni proprie dell’umanità.