In this article the Italian national unification process will be investigated from a gendered perspective, by analyzing the historical development of the mother figure. In particular, one mother will be analyzed: Maria Drago (1774-1852), the mother of Giuseppe Mazzini (1805-1872). While he was in exile, they kept a correspondence (1834-1839), published in 1919, which will be scrutinized to find out what Drago’s role was in the political and philosophical project of her son, both on a practical, intellectual and symbolical level. It will be shown that Maria Drago, on several levels, emerged as the prototype of the ideal Italian mother, both in her era and beyond, and that by means of her relation with her son, and employing the Italian language, she was able to interrupt the political life, while educating and developing herself intellectually. In order to contextualize their letters, the emergence of the “Italian mother” in the period of the Risorgimento will be considered from a historical and theoretical perspective. Particular attention will be given to the linguistic element, as language seemed central in the distinction between the private and the public sphere, and as the gendered aspect of the questione della lingua has often been overlooked. In addition, the clandestine character of their correspondence will be highlighted, and it will be argued that gender was crucial in the attempt of Drago and Mazzini to evade the censorship of the authorities.
In questo articolo si indaga il processo costitutivo dello Stato-nazione italiano dal punto di vista del genere, in particolare si analizza la figura materna di Maria Drago (1774-1852) e il suo impatto sulla formazione intellettuale e attività politica del figlio Giuseppe Mazzini (1805-1872). Studiando la corrispondenza tra la madre e il figlio in esilio (1834-1839), pubblicata nel 1919, si presenta Maria Drago come prototipo dell’ideale risorgimentale di maternità. Si osserva come, attraverso il rapporto con il figlio, Drago riuscì ad irrompere nella vita pubblica e ad avere un ruolo politico, ottenendo inoltre la possibilità di istruirsi e di crescere intellettualmente. Si enfatizza l’elemento linguistico del progetto di unificazione nazionale e in particolare il ruolo educativo delle madri, promotrici di una “lingua madre” e garanti di una comunità culturalmente omogenea (Kulturnation). In più, sottolineando il carattere clandestino della corrispondenza tra Maria Drago e il figlio, si argomenta che l’identità di genere fu cruciale nel tentativo di evadere la censura delle autorità, tanto nella sfera privata (contro l’autorità famigliare del padre/marito), quanto nella sfera pubblica (sfidando l’autorità della polizia di Stato).